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Comunicato ITALIAONLINE
Il 4 novembre presso il MISE - Ministero dello Sviluppo Economico - si è
svolto l'incontro tra le Segreterie nazionali SLC CGIL - FISTEL CISL - UILCOM
UIL, le strutture regionali, parte della neo eletta RSU e l'Azienda
ITALIAONLINE per cercare di trovare una intesa sulla procedura di cassa
integrazione straordinaria esperita unilateralmente dall'azienda il 30 agosto
u.s. ed attivata per la gestione di un max di 700 eccedenze.
In questi mesi le OO.SS hanno tentato sia in sede aziendale che
ministeriale con grande senso di responsabilità di avanzare delle proposte per
ridurre l'impatto devastante della dinamica riorganizzativa e quindi della CIGS
sulle lavoratrici e lavoratori.
Proposte, in particolare, per coloro che verrebbero collocati a zero ore e
per cercare di salvaguardare tutte le
sedi territoriali coniugando anche le difficoltà del management aziendale in
merito alla fusione di due soggetti industriali che provoca pesanti ricadute
sul fronte dell'integrazione.
Non ci stupisce che l’azienda, come sempre, non abbia compreso la volontà
del sindacato, interpretata strumentalmente come una perdita di tempo, di
addivenire ad un accordo tra le pari, non cogliendo la difficoltà della
vertenza.
Ci preme ricordare che lo stato di
partenza era molto arduo in quanto i numeri della procedura evidenziavano che a
fronte di 1.106 dipendenti, 700
lavoratori/lavoratrici venivano collocati in CIGS per 24 mesi - 417 a
zero ore - 283 a rotazione per 4 giorni/mese, con un ulteriore e forte impatto nelle sedi
territoriali delle quali molte venivano ridotte numericamente ed a mero
presidio commerciale. Una azione di ridimemsionamento che porta ad una
probabile ricaduta: la chiusura di queste sedi in un prossimo
futuro con il riposizionamento delle attività su tre “location” Torino, Milano
e Pisa o Firenze, per quest’ultima sede non abbiamo compreso se ci sarà una
varazione rispetto a prima in quanto l’azienda per Pisa sembra aver avuto un
ripensamento.
Rispetto alla necessità di attivare una pesante riorganizzazione con degli
ammortizzatori sociali che “ingessano” l’azienda NON riusciamo a comprendere
alcune situazioni:
- come il lavoro che viene
accentrato su Torino e Milano,
svuotando le sedi periferiche, possa essere svolto da minor
personale rispetto a quello attuale perché la maggior parte dei lavoratori
sarà comunque in cassa e le lavorazioni dovranno essere in ogni caso
realizzate.
- Una azienda che ha
l’ambizione di voler essere uno dei PLAYER più importati del mercato
digitale perché non trattiene all’interno uno dei suoi maggiori KNOW-HOW
come la realizzzione dei siti web?
- Perché vengono esternalizzate
attività di lavoro pregiato, ripetiamo, come la produzione dei siti web,
che addirittura viene effettuata al di fuori dello Stato italiano,
lavorazione che impegna molte risorse interne. Se esiste un problema di
qualità e procedure, come evidenzia l’azienda, basta agire sulla
formazione dei lavoratori e migliorare i processi gestionali della fliera
produttiva interna.
Perseguendo le azioni suindicate i livelli occupazionali sarebbero più
solidi e quindi diminuirebbe la necessità di usare la cassa mantendo
l’occupabilità interna. Perché non si può percorrere questa strada?
Veniamo ora alla trattativa, nei vari incontri le OO.SS hanno avanzato
varie e significative proposte: riconversioni professionali, esodi incentivati,
ricorso al part time, formazione finanziata, smart working, valorizzazione
delle DLS. Tutti strumenti utili al fine di diminuire il numero dei lavoratori
posti in cassa in particolare per quelli a zero ore.
I vertici aziendali non hanno ritenuto di intraprendere percorsi
alternativi ma, rimanendo nel solco della procedura, hanno spiegato chiaramente
che il Piano Industriale e la conseguente organizzazione sul territorio
nazionale e la distribuzione del lavoro non sono e non saranno oggetto di
discussione in quanto deliberati dal C.D.A.
Pertanto nel tentativo di addivenire comunque ad un accordo, con la mediazione del Mise, hanno formulato
una proposta ultimativa:
·
300
lavoratori a zero ore con un integrazione salariale del 30% calcolata tra la
differenza dello stipendio del singolo lavoratore e l'integrazione salariale di
legge.
·
400
lavoratori a rotazione per 5 giorni/mese,
·
Incentivo
all'esodo per un max di 100 lavoratori pari a 14 mensilità alla fine del
percorso di CIGS (18 mesi). Oppure 12 mensilità , Outplacement per 12 mesi dove
il lavorarore può avere un percorso realizzato da una società specializzata che
concretizza una mappa delle sue competenze, effettua una sorta di piano mkt, lo
segue per questo periodo e inserisce su
banche dati “lavoro” il suo CV.
Detti
lavoratori sarebbero ricercati dentro il bacino dei 700 cassa integrati, cioè
eventuali dimissioni al di fuori di questi non darebbero luogo a
diminuzione dei numeri di cassa a zero
ore.
- 100 nuove assunzioni (nativi
digitali) ribadendo che non c'è la possibilità di effettuare riconversioni
professionali dei lavoratori già in azienda perchè la maggior parte sono
figure di ingegneri.
·
Bacino
di preferenza dove il personale in CIGS, a fronte di uscite dall’azienda che
avvengono all’interno dei 700 lavoratori coinvolti dalla procedura, previo
assessment positivo, può accedere ad una riqualificazione e riallocazione
interna (potenziali 20-25 risorse).
A fronte della proposta l’impegno del sindacato a confrontarsi entro
febbraio 2017 sul secondo livello, previa disdetta dello stesso, se non verrà
attivato il confronto. Inoltre non dare
luogo alla armonizzazione dei trattamenti presenti attualmente in IOL alle DLS
come invece prevedeva l’accordo sindacale in essere
Di fronte a questa definitiva proposta, non più emendabile, seppur
registrando dei piccoli passi in avanti, rispetto alla partenza del
confronto, e pur consapevoli della
delicatezza del momento e delle preoccupazioni delle lavoratrici e dei
lavoratori la delegazione sindacale trattante composta dalle Segreterie
nazionali, Strutture territoriale ed RSU ha deciso unitariamente di interrompere la trattativa e ritornare in
assemblea dai lavoratori per decidere un percorso da perseguire per far fronte
alla attuale situazione.
L’azienda, dopo aver ricevuto la nostra dichiarazione, ha ribadito che
procederà all’invio delle lettere di cassa integrazione: 417 a zero ore e 283 a
rotazione per 4 giorni mese senza applicare nessuna delle condizioni emerse dal
confronto.
A seguito del percorso svolto fino ad oggi riteniamo di aver cercato di
arrivare ad un accordo che potesse gestire al meglio le ricadute di un piano
industriale pesantissimo, non certo voluto dal Sindacato e dai lavoratori, che
porta a cancellare sostanzialmente l’organizzazione del lavoro precedente
arrivando al superamento di molte ed importanti realtà territoriali. Una
situazione che non trova, per ora e per quanto ci riguarda, un soluzione
percorribile.
Era ed è necessario una azione modulare che possa traguardare una maggiore
salvaguardia occupazionale ed una stabilizzazione dell’azienda in un medio
periodo ed in un contesto territoriale maggiore
e non iper centralizzato. Una azione immediata, traumatica ed
irreversibile non trova la disponibilità
al confronto di un sindacato che in passato, seppur con svariate situazioni
complicate e di sofferenza, ha sempre realizzato degli accordi.
Siamo pronti ad ulteriori confronti sia in sede ministeriale che in sede
aziendale, auspichiamo che l’azienda non intenda proseguire unilateralmente la
gestione della CIGS perché, in tal caso, troverà nel Sindacato Confederale un
fermo oppositore pronto a contrastarla in tutte le sedi e con tutti gli
strumenti che la legge consente.
Le
SEGRETERIE NAZIONALI
SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL
Roma, 7 novembre 2016